L’ambiente è in grado di influenzare come stiamo, non solo quando ci troviamo difronte ad un paesaggio naturale, quando siamo in montagna o al mare, ma ogni altro spazio nel quale costantemente siamo, lo spazio è in grado di generare in noi emozioni, stati d’animo e persino azioni e comportamenti.

Ci avevi mai pensato?

Ogni ambiente e spazio da cui siamo circondati e immersi suscita in noi stimoli piacevoli o spiacevoli, attrae o respinge, ci invita ad agire azioni e ad escluderne altre. Anche e soprattutto quello costruito dall’uomo: le mura della nostra casa, gli spazi del nostro ufficio, i negozi e i locali che frequentiamo. Ad influenzarci sono i materiali dai quali siamo circondati, le forme con i quali sono costruiti e i colori dai quali sono caratterizzati. E non solo: le altezze, gli elementi di luminosità, gli elementi presenti. Tutto, all’interno di un ambiente, esercita su di noi sensazioni e ci spinge a comportamenti. 

Il nostro umore è in gran parte determinato dal luogo dove stiamo, tanto che ognuno di noi ha impresso in memoria un suo luogo speciale, si sente più a suo agio in un posto piuttosto che in un altro. Ti basti pensare che anche tu nella quotidianità hai un luogo preferenziale diverso in base alla finalità: lavorare, studiare, rilassarsi, trascorrere il tempo libero con gli amici e anche fare acquisti. Ti sei mai chiesto a cosa renda quel posto così affascinante e adatto per te?

L’ambiente ha effetti sulla mente sia a livello cognitivo che emotivo: influenza i nostri processi come quello mnemonico, adibito all’apprendimento e  all’attenzione, ma persino a livello emotivo, affettivo e comportamentale. Perché l’ambiente è quello dal quale dipende la nostra sopravvivenza ed evoluzione, di conseguenza la reazione che percepiamo è istintiva e genera diverse attivazioni neurali di cui non siamo immediatamente consapevoli. Se ci fai attenzione, quando entri in un luogo, potrai notare i tuoi pensieri (cognizioni) e le tue piccole variazioni fisiologiche, ovvero modificazioni del tuo corpo (emozioni). Insomma anche se apparentemente non consideriamo le caratteristiche del luogo in cui siamo, esso agisce su di noi a livelli profondi e neurofisiologici.

Se l’ambiente influenza le tue emozioni, stati d’animo e azioni, lo stai usando a tuo favore? 

Nonostante passiamo più del 90% della nostra vita dentro gli edifici, ci preoccupiamo ancora molto poco di quanto ciò che costruiamo possa influenzare il nostro comportamento, pensieri, emozioni e umore. Diverse ricerche hanno dimostrato come l’ambiente possa essere predittore persino delle nostre prestazioni. Un esempio è uno studio di Tennessen e Cimprich eseguito all’interno di complessi residenziali per studenti. Sia in prove di performance che in misure auto-riportate colori che si trovano in stanze con vista su elementi naturali hanno mostrato di avere capacità attentive maggiori rispetto a chi si trovava in un edificio senza affaccio sull’esterno. Ricerche successive hanno evidenziato come a fare la differenza non sia solo la possibilità di un affaccio sull’esterno ma anche gli elementi presenti all’interno dell’ambiente. 

L’ambiente che ti circonda, nel quale vivi, dove lavori e dove svogli le tue attività quotidiane, può influenzare te e chi ti sta intorno. 

A tal proposito diventa fondamentale modificare l’ambiente in relazione ai nostri stati d’animo, ma ancor di più per facilitarci nel raggiungimento dei nostri obiettivi. Un esempio banale è quello di mettere il telefono in un’altra stanza quando si deve studiare o lavorare. Esistono altre svariate “spinte comportamentali” verso le quali l’ambiente può influenzarci e indurci, alle quali siamo anche sottoposti inconsapevolmente, riguardano la luminosità dell’ambiente, gli oggetti presenti e la loro posizione, l’architettura più in generale.

E tu come puoi usare l’ambiente per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi? Scrivilo nei commenti!

Bibliografia:
Baroni, M.R. (2008). Psicologia ambientale. Bologna: Il Mulino. 

Kaplan e Kaplan (1989) The visual environment: Public participation in design and planning. Journal of social Issues, 45, 59-86