Tutte le ricerche in campo di Psicologia dell’Ambiente mostrano quanto tutti gli ambienti, inclusi i luoghi di lavoro, influenzino ogni individuo e di conseguenza anche i lavoratori. 

È stato dimostrato come i luoghi di lavoro abbiano effetti sulla produttività delle persone, sulle loro interazioni sociali e persino sulle attività. Il luogo di lavoro con i suoi spazi, colori ed elementi, può facilitare o al contrario ostacolare elementi cognitivi come percezione, attenzione e concentrazione. Ad essere influenzato dall’ambiente è anche il comportamento, a causa della presenza o assenza di determinati elementi nello spazio possono inficiarne a livello qualitativo e quantitativo prestazioni ma persino le relazioni. È infatti noto come l’ambiente possa influenzare e di conseguenza migliorare le relazioni tra lavoratori.

Lo spazio di lavoro può persino diventare patogeno. Si parla di “malattie correlate agli edifici”, anche nei luoghi di lavoro. Tra queste, la “sindrome dell’edificio malato” (Sick building syndrome – SBS) si manifesta attraverso un quadro sintomatologico ben definito, tra i quali ad esempio mal di testa, affaticamento, irritazione del naso, degli occhi e delle mani fino provocare la nausea. Numerose evidenze scientifiche e rassegne della letteratura confermano gli effetti negativi che una ambiente malsano può avere sulla pressione sanguigna, sui livelli ormonali, sulla prestazione motoria, sull’attività cerebrale, sulla memoria e sulle ore di sonno. 

Quali sono le caratteristiche indispensabili che dovrebbe avere un ambiente lavorativo per garantire il benessere di chi lavora?

Per quanto riguarda le interazioni sul luogo di lavoro uno studio ha dimostrato come la distanza fisica rappresenti un fattore determinante: in uno studio di ingegneri, la maggior parte delle informazioni relative al lavoro proveniva da altre persone a meno di un metro e mezzo dalla loro area di lavoro principale. Un ulteriore studio ha dimostrato come il miglior predittore della sintonia emotiva era proprio la prossimità.

Sebbene sia scontato che chi ci è vicino ci influenza, è un fattore che poco teniamo in considerazione nei luoghi di lavoro o addirittura per niente. Invece l’interazione sociale e la disposizione dello spazio si influenzano reciprocamente. 

Lo psicologo J.L. Brand ha riassunto gli elementi rilevati in ricerca che sono maggior predittori di interazioni sociali. Tra queste ha individuato:

  1. Avere finestre rispetto a non averne, migliora l’efficienza delle attività. Il tono emotivo risulta essere migliorato dalla luce naturale piuttosto che quella artificiale. Al contrario, disporre di finestre sembri non incoraggiare il comportamento di vicinanza e intimità tra persone;
  2. Una stanza ben illuminata (idealmente con luce naturale), insieme ad un soffitto alto, incoraggia l’interazione sociale.
  3. Gli arredi presenti possono supportare e incoraggiare l’interazione sociale se la disposizione rimuove eventuali barriere (ad esempio, un cerchio di sedie è preferibile a scrivanie tutte allineate). La disposizione più ostile in un ufficio equivale alla tradizionale configurazione “due sedie di fronte e una scrivania tra loro”. 
  4. I divani sono meno formali delle sedie, ma non sempre ci sono vantaggi nell’averli se il gruppo non ha una buona conoscenza. Sempre nel tema “sedute” è bene considerare l’ergonomia dei posti soprattutto laddove le attività coinvolgano per periodi prolungati di tempo.
  5. Per massimizzare lo scambio sociale, gli arredi non dovrebbero fornire indicazioni sullo status all’interno del gruppo – come la presenza di una sedia padronale di un collega e una sedia a rotelle di un altro.
  6. Le configurazioni che consentono di stare faccia a faccia con tutti gli altri membri del gruppo (consentendo adattamenti individuali) incoraggiano l’interazione sociale più di quelli che non lo fanno.
  7. Oltre a supportare il lavoro individuale con postazioni di lavoro personali, le aree di lavoro che necessitano di comunicazioni più assidue (come le riunioni) dovrebbero essere facilitate da una disposizione che le faciliti.
  8. È importante dare attenzione alle aree “extralavorative” come quelle di ristoro, in quanto il 60 percento di ciò che le persone apprendono avviene in modo informale e gran parte avviene all’interno dei team.

L’ambiente di lavoro ha quindi importanti ripercussioni sulla sfera cognitiva, affettiva e comportamentale. Secondo la psicologia ambientale, l’ufficio in cui lavoriamo influenza notevolmente le nostre relazioni sociali e non solo: aumenta le performance lavorative.

Bibliografia:

JL. Brand, Physical space and social interaction, Haworth, 2009

Sick Building Syndrome – Fact Sheet (PDF), United States Environmental Protection Agency